La presenza ebraica nel territorio di Parma e Piacenza restituisce le prime testimonianze tra XIV e XV secolo; dalla fine del XVI secolo si hanno notizie più articolate degli insediamenti ebraici fondati a seguito dell’espulsione degli ebrei dai due capoluoghi. È un territorio, questo, in cui la vita ebraica si svolge per secoli all’insegna di una relativa tranquillità: non sono documentati ghetti propriamente detti e le abitazioni ebraiche si mescolano a quelle della maggioranza cristiana della popolazione. Le comunità di Monticelli d’Ongina, Cortemaggiore, Fiorenzuola, Busseto, Colorno e Soragna ebbero il periodo di massimo splendore tra il XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo, quando tutte raggiunsero l’apice della popolosità e delle risorse economiche: le fonti sono concordi nel testimoniare una vita comunitaria vivace e organizzata.

Sul finire dell’800 l’assimilazione e l’emigrazione verso centri più importanti assottigliano sensibilmente i numeri dei componenti delle comunità, tanto che esse decidono tra il 1924 ed il 1925 di accorparsi alla ricostituita Comunità di Parma; qualche anno più tardi si aggiungerà anche Fiorenzuola.

A seguito di questo processo arriveranno a Parma gli oggetti delle Comunità unificate: da questo primo nucleo Fausto Levi, fondatore del Museo Ebraico di Soragna, ha immaginato la collezione che ammiriamo ancora oggi.

Nel Dopoguerra, con la dismissione degli edifici sinagogali in disuso, vennero acquisiti gli arredi di Fiorenzuola, Cortemaggiore, Monticelli d’Ongina. Tutti le opere lignee di Busseto, nonché l’antico Aron di Soragna si trovano oggi in Israele dove vennero inviate, insieme ad altri arredi sinagogali italiani, negli anni Sessanta. La maggior parte degli arredi di Fiorenzuola è stata invece inviata a Milano, dove è tutt’ora in uso nella Sinagoga di via Guastalla.

Presidente della Comunità Ebraica di Parma negli anni ’90 del Novecento, Fausto Levi, ha dedicato una cospicua parte della sua vita alla studio e alla raccolta dei beni che testimoniano la vita ebraica nel Ducato di Parma e Piacenza, contrastando attivamente la dispersione di materiali. Soragnese di origine, scelse per ospitare il museo i locali attigui alla Sinagoga di Soragna, nell’edificio storicamente noto come la Casa Grande delli Hebrei, proprietà ebraica dalla fine del XVI secolo, e dono degli eredi di Leone Levi, ricchi possidenti locali.

É davvero difficile, purtroppo, individuare la provenienza specifica di argenti e tessuti, in quanto gli inventari che li hanno accompagnati negli spostamenti sono avari di descrizioni dettagliate.

La collezione che si può ammirare oggi, che nel corso del tempo si è arricchita di successivi ritrovamenti e donazioni, è costituita da oggetti di culto in argento, arredi, documenti, ketubbot e preziosi tessuti antichi. 

La Sinagoga di Soragna, inaugurata il 22 ottobre 1855, ha conservato intatto fino ad oggi il suo stile neoclassico. Fu decorata da Giuseppe Levi, da non confondersi con il pittore bussetano Gioacchino Levi. L’aula è rettangolare, scandita da semi-colonne in stucco lucido che reggono capitelli corinzi. Tutt’attorno alla trabeazione corrono versetti biblici in ebraico tratti dai Salmi e dal Libro dei Re. Il soffitto presenta i simboli dell’ebraismo (le Tavole della Legge, il Tabernacolo, la Menorah, la Torah). L’Aron rialzato è affiancato da ampie finestre rivolte ad est. Recentemente è stato di nuovo ricollocato alla sua sinistra l’originale pulpito ligneo.