• Tempio Israelitico di Torino
  • Luogo: Torino - Piemonte
  • Descrizione:

    La sinagoga di Torino, fra le più imponenti d’Italia, rappresenta una delle principali espressioni della parità giuridica riconosciuta alla popolazione ebraica del Regno di Sardegna con i Regi Decreti successivi allo Statuto Albertino nel 1848. Abrogato il divieto di esibire i luoghi di culto non cattolici, la Comunità volle per la sinagoga un edificio monumentale con il quale celebrare l’Emancipazione e identificare la propria presenza e la propria dignità. Dopo l’infruttuosa vicenda che avrebbe dato origine alla Mole Antonelliana (mai utilizzata come sinagoga), la Comunità ebraica bandì un concorso per l’edificazione del nuovo lotto acquistato nell’area di ampliamento urbano di San Salvario. Fu scelto il progetto presentato dall’architetto Enrico Petiti, definito da un volume a pianta rettangolare e quattro torrioni angolari con sommità merlate e cupole a bulbo d’ispirazione orientale. La prevalenza dello stile moresco, prescritta nel bando, riflette una delle correnti più diffuse nel dibattito intorno all’architettura delle sinagoghe di nuova costruzione nell’Europa del secondo Ottocento. Il ricco ornamento interno presentava in origine una elaborata varietà di stucchi a motivo geometrico e pitture policrome ad arabesco. L’organizzazione dello spazio, a pianta basilicale a tre navate, rappresenta invece la ricerca, caratteristica dell’epoca, di assimilazione ai luoghi di culto cattolici e dunque ai modelli della cultura dominante. In particolare, il podio per la conduzione delle officiature e l’arca nella quale sono custoditi i Rotoli della Legge – sino allora concepiti come elementi distinti – vennero collocati in un’unica area rialzata opposta all’ingresso, in direzione della quale erano originariamente rivolti lunghi settori di banchi per il pubblico.

    Il 20 novembre 1942 il tempio fu colpito da uno spezzone incendiario: se ne salvarono soltanto le strutture murarie perimetrali ma andarono completamente perduti gli arredi interni e l’intero apparato decorativo, elemento centrale nel progetto di Petiti. Dopo la guerra non fu possibile ripristinare l’edificio se non in forme molto semplificate.

    Nel 1987 è stato infine operato un adeguamento liturgico che ha conferito all’aula una disposizione conforme alla tradizione locale più autentica, rimuovendo il podio dall’area antistante all’arca e introducendo un nuovo podio al centro dell’ambiente.

    Nei locali di fondazione, il tempio ospitava in principio depositi e il forno destinato alla produzione del pane azzimo per la Pasqua. Rimasti a lungo senza utilizzo, questi locali rientrarono più tardi in un piano di completa riorganizzazione degli spazi comunitari, sviluppato nel corso degli anni ‘60. Su progetto dell’ing. Giorgio Olivetti, vi furono realizzati la sala del Centro Sociale, in cui ha sede anche la Biblioteca Artom, e il Tempio Piccolo, sinagoga pensata per l’uso quotidiano e oggi utilizzata quasi tutto l’anno. Il tempietto, inaugurato alla fine del 1970, fu concepito intorno agli arredi tardo settecenteschi appartenuti alla sinagoga di Chieri e ricollocati a Torino subito dopo la guerra. La qualità di questi manufatti rimanda ai caratteri originari delle sinagoghe della regione, che è ancora possibile riconoscere in alcune sinagoghe conservate in situ, in particolare in quelle di Carmagnola, Mondovì e Cherasco.

    All’interno di uno dei quattro vani definiti dalle fondazioni dei torrioni angolari, è stata infine realizzata una piccola ulteriore sinagoga, la terza del complesso. Capace appena di una dozzina di posti, non era pensata, in realtà, per un utilizzo specifico, ma per ricreare un degno contesto intorno ad un’altra arca storica, appartenuta – sembrerebbe – alla sinagoga di rito tedesco nel Ghetto Nuovo di Torino.

    Torino è sede della Comunità ebraica maggiore del Piemonte, tuttora attiva e vivace. Con la Legge Falco del 1930, la Comunità torinese ha accorpato quasi tutte le altre Comunità ebraiche esistite nella regione, oramai estinte o ridotte a poche unità. Ai fini di una migliore tutela, parve in molti casi più sicuro trasferirne il patrimonio cerimoniale e documentario nella sede di Torino.

    Le opere di queste Comunità costituiscono oggi un’importante componente delle collezioni d’arte rituale della Comunità Ebraica di Torino, che si compongono prevalentemente di manufatti in argento e tessuti pregiati, realizzati fra il XVII secolo e i nostri giorni, e che sono in parte esposte in una mostra permanente lungo la galleria che circonda il Tempio Piccolo.

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