• Stele funeraria
  • Data: 1855
  • Autore: ambito ebraico
  • Luogo: Conegliano (TV) cimitero ebraico antico - Veneto
  • Materia e tecnica: pietra calcarea/ incisione
  • Descrizione: Stele sepolcrale eretta rettangolare, sormontata da un acroterio decorato in rilievo da due volute con una palmetta nel mezzo e cinque foglie rivolte verso il basso. All'esterno delle volute si trovavano due decorazioni, forse delle conchiglie, delle quali ora è visibile solo quella posta a sinistra. Lo specchio epigrafico presenta nel mezzo del testo un ancorotto inciso. È visibile una parte del basamento, più larga dello specchio epigrafico.
  • Bibliografia:

    bibliografia di corredo – Morpurgo E. – 1909/1910
    bibliografia di corredo – Luzzatto F. – 1957
    bibliografia di corredo – Zanussi M. – 2012
    bibliografia di corredo – Tomasi G. e S. – 2012
    bibliografia specifica – Busetti L./ Perani M./ Spagnuolo A. – 2020

  • Iscrizione
  • מצבת קבורת כמ״ר בנימין ב״ר יוסף לאבי נ״ע מתושבי צינידא יע״א (A)
    איש הושר כי נתאשר ובתום ויושר נעשה, ובפרידו מן הבשר
    הקדיש לאיש לחמו יחסר החד אשר זכרו עליו נקשר ללאבי שעיר מנוחתו
    נתן את כל חצי אשר אצר נפטר לב״ע שנת התרי״ה יום ארבעה עשר
    לחודש אחד עשר יד ימצא רוחו נוחו במקום מכשר ונשמתו עם לא מצר;
    על מה בלי אויל הבל [נ]נע[ל] (B)
    אסוף הומם יום וליל מצע
    באלי אין רואה ואין שומע
    אבזר בפרי בנוני אחיד לרע
    אל תוך שדה בוכים ירד הרע
    דיני הימיש עפר וכל סודיה
    לשנות ימות עולם יהיה שמחה
    יגמול פעולותיו הסוד נפוה;
    אם מור ומרה איש ימי חלדי (C)
    יום יום וסיב ישוב לא ישוב לי
    הוש בין יבין כי מוט צו שכלי
    כל הון לא יועיל לי ביום אידי
    הני ירחיק עילה בא חולי
    ובזה חרבות זהב לא שוה לי
    יחוס על דל ענו אין עוזר לי
    אך יקיץ לקץ ימין לגור לי.

  • Traduzione

    (A) Pietra sepolcrale dell’onorato nostro maestro il signor Beniamin, uno degli abitanti di Ceneda, il Signore lo protegga, figlio del signor Yosef Labbi, il suo riposo sia nell’Eden.
    Era un uomo onesto, poiché possiamo confermare che, per la sua integrità e rettitudine, noi potremo operare. Infatti, quando si è separato dalla carne
    ha destinato il suo sostentamento a una persona a cui mancava, un gesto la cui eco e il cui ricordo sarà legato a Labbi nella città del suo riposo.
    Egli ha donato tutta la metà di ciò che aveva accumulato ed è dipartito per la sua eterna dimora nell’anno 5615 (= 1855), il giorno 14
    del mese undicesimo (= Ševaṭ, ossia 2 febbraio), quando il suo spirito troverà un posto per il suo riposo in un luogo adatto e la sua anima sarà con un popolo in cui non ci sono più tribolazioni.
    (B) Perché mai senza malvagità e vanità sarò rinchiuso
    perirò, terrorizzato giorno e notte sotto terra
    e con me non c’è chi vede e chi ascolta?
    Distribuirò la metà del mio frutto unificato al prossimo.
    In mezzo al campo piangono perché è sceso fra i morti un amico
    il mio giudice mi ha fatto toccare la polvere e ogni suo segreto
    per gli anni e i giorni del mondo ci sarà gioia
    quando Dio ricompenserà le sue azioni e il segreto sarà scrutinato.
    (C) Se mirra e amarezza sono per me uomo i giorni della mia esistenza
    giorno per giorno la consistenza [delle forze] ritorna, ma non ritornerà per me.
    I miei sensi capiranno benissimo che il mio intelletto ha ordinato il collasso.
    Nessuna ricchezza mi potrà giovare nel giorno della mia sventura
    ecco che ha rimosso l’ingiustizia ed è venuta la mia malattia
    e in queste rovine desolate e l’oro non mi soddisfa.
    In [Dio] che ha pietà del misero e del povero, non c’è ora alcun aiuto per me
    ma certo egli sorgerà alla fine dei giorni per abitare con me.